Ambiente, Fratelli d’Italia: “Ciao assessore Lionetti, non ti ricorderemo mai”

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CERIGNOLA – Lionetti? Chi era costui? I libri di storia di Cerignola non ricorderanno il volenteroso Antonio, assessore all’Ambiente per 34 mesi, e dimessosi con un ritardo di almeno 33.
Quando era fuori da tutto e non aveva ancora incarichi amministrativi, da militante della Cicogna fiutava puzze. Per Lionetti, Cerignola puzzava di giorno per i rifiuti in discarica, e puzzava di notte, quando a suo dire c’erano inceneritori che bruciavano cose immonde nelle tenebre. E il registro dei tumori era il cavallo di battaglia: lo pretendeva, lo reclamava, pronto ad immolarsi per averlo.

GLI SLOGAN | E di là, “mai i rifiuti alla Zona industriale”, “via il termovalorizzatore di Contrada Paglia”, “no al VI lotto di discarica”. E tutti gli slogan che l’accorato militante gridava dai palchi e in radio, mentre il suo Franco Metta si fregava le mani: c’era chi agitava le folle, spettri infausti di malattie e morte, additava gli amministratori dell’epoca quali assassini. Intanto il boss dei volatili, di lì a poco salito a Palazzo, pensava a come rivoluzionare Sia Srl, fino a portarla alla soglia del fallimento, tralasciando quell’Aia 66/2014, quei consigli della Kpmg e tutto quanto servisse a fare dei rifiuti una fonte di ricchezza per la città.

E METTA SI FREGAVA LE MANI | “Cerignola non sarà la pattumiera della Capitanata”. Un falso ambientalismo da 3 soldi celava prima la prospettiva della privatizzazione, per poi rifugiarsi da Michele Emiliano che emanava un’ordinanza con cui oggi Aseco Spa, dopo aver investito il 25% della somma per costruire le 16 biocelle, fa la voce grossa coi Comuni che attraverso Sia hanno speso il 75% (se ne impadronirà e Metta lo sa bene). Oggi, comunque si farà tutto quanto Lionetti e Metta (Aia 66/2014) non volevano, solo in ritardo di 3 anni con danni a tratti irreversibili, economici ed ambientali.

IL NASO TAPPATO | E Lionetti in tutto ciò? Da mesi non diceva una parola. Il suo naso si era tappato. Da Tressanti all’improvviso non arrivavano più puzze. Il registro dei tumori, dimenticato. I rifiuti alla Zona industriale stazionavano per mesi accanto all’incubatore di imprese e lui taceva, dopo aver vinto così un ballottaggio. Taceva perchè Metta lo teneva zitto, relegato a qualche risposta, proprio se interrogato in Consiglio comunale. Solo il fido consigliere Enzo Erinnio (che porta la fascia tricolore alla convention dei tatuaggi…) ogni tanto lo celebrava ancora con interrogazioni concordate o ex voto fideisti. Ogni tanto diceva che avrebbe discusso con Aqp del malfunzionamento del depuratore. E poi nuovamente il niente. Metta faceva tutto e non lo interpellava neppure.

Anche le adozioni delle aiuole sotto la sua egida (dopo che i privati avevano incassato incarichi spezzettati per quegli interventi “a costo zero” di cui si faceva gran bocca) avevano prodotto l’abbandono di spazi verdi ridotti a giungle di erbacce e immondizia (come Via Corsica, Parco 2 Giugno).

Erano lontani i tempi del narcisismo a gogo (mai si era arrivati a tanta autocelebrazione) col nome di Lionetti in bella mostra sulla rotatoria avanti alla chiesa del Carmine, oggi che fini urbanisti immaginano salutari panchine termali sui rondò.

ICONA DI UN FALLIMENTO | Di Lionetti, brava persona ma non buon amministratore, con le dimissioni per ragioni personali (in ritardo, ma ha capito con chi avesse a che fare), restano 8 delibere di Giunta in 3 anni, in un settore in cui frattanto abbiamo fiumi di percolato che inquina le falde a Forcone Cafiero, discariche abusive diffuse, Sia agonizzante, rifiuti per strada, salotto di Ambientiamo smantellato. Ma lui niente… Alle prese solo con una differenziata mai inziata nel valzer di milioni di euro annunciati a suon di comunicati stampa. Ah, quelli ne ha prodotti. Finchè Metta gliel’ha permesso.

Lionetti, 34 indennità mensili regalate, rappresenta la differenza tra il tifo e la competenza, tra agitare le folle e amministrare. Rappresenta le inversioni a U della banda Metta. L’arroganza, l’insipienza e l’oblio (se non per i danni) che caratterizza questa amministrazione imbarazzante.

Ciao, Antonio. Non ti ricorderemo mai.

 

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